Genesi
La documentazione del restauro è sicuramente un momento fondamentale - anche se spesso trascurato - sia della ricerca e della critica storico-artistica - che non può prescindere da quanto si è “aggiunto” e “tolto” nell’opera d’arte durante i secoli - sia della conservazione del patrimonio culturale, che deve basarsi, soprattutto nella fase decisionale e di progettazione di interventi di restauro, su una approfondita e sicura conoscenza degli interventi già subiti dall’opera. A questo proposito si veda, tra l’altro, l’atto di fondazione dell’Istituto Centrale del Restauro.
Questa fondamentale attività comporta diverse azioni e richiede l’attenzione ad una serie di problematiche che devono essere affrontate a livello interdisciplinare: gli strumenti tradizionali della ricerca storico-artistica; le competenze tecnico-scientifiche relative alle tecniche artistiche e alle procedure di restauro; il reperimento, l’interpretazione e la corretta catalogazione dei materiali archivistici; l’utilizzo di tecnologie informatiche che consentano un’efficace gestione e valorizzazione dei dati e delle informazioni raccolti, anche in relazione alle problematiche del lessico storico e del lessico normalizzato, sono tutti aspetti e competenze necessarie per un corretto approccio al problema.
Se queste problematiche sono tipiche di molte attività volte alla documentazione storica, il “settore restauro” si presenta ulteriormente complicato da alcune caratteristiche che hanno segnato storicamente lo sviluppo di questa professione: nato come “specializzazione poco prestigiosa” dell’attività artistica, il restauro - praticato da sempre - raggiunge una propria autonomia professionale e deontologica solo in tempi recentissimi (non prima della seconda metà dell’Ottocento). Questa situazione, insieme con la tradizione orale “di bottega”, la necessità di mantenere segrete le procedure di intervento, e la volontà di nascondere agli occhi del pubblico l’intervento effettuato - prassi necessaria in una concezione del restauro (dominante fino alla prima metà del Novecento) come intervento di valorizzazione estetica, e non storica, dell’opera d’arte - rende estremamente difficile reperire ed interpretare le fonti necessarie per ricostruire le vicende conservative del nostro patrimonio culturale.
È in quest’ottica che - alla luce anche di proposte, “raccomandazioni” ed indicazioni nazionali ed internazionali - nasce il progetto Archivio Storico Nazionale e Banca Dati dei Restauratori Italiani, in seguito al voto presentato nel 1995 da Marisa Dalai Emiliani durante i lavori del Convegno Internazionale di Studi Giovanni Secco Suardo. La cultura del restauro tra tutela e conservazione dell'opera d'arte. Nel voto “constatata l'eccezionale importanza degli archivi dei restauratori”, si auspica l’avvio di attività volte ad evitare la dispersione “di tale prezioso patrimonio”, proponendo che l'Associazione Giovanni Secco Suardo si renda “disponibile per continuare e promuovere ogni iniziativa finalizzata alla valorizzazione di tali archivi e in particolare per avviare il progetto di studio ed edizione di un Dizionario storico-biografico dei restauratori italiani, in armonia con l'auspicio dell'Istituto Centrale per il Restauro e in collaborazione con gli Enti preposti”.
A seguito della costituzione di un Comitato Promotore (composto dall’Istituto Centrale per il Restauro, l’Associazione Giovanni Secco Suardo, la Scuola di Specializzazione in Storia dell'Arte Medievale e Moderna dell’Università “La Sapienza” di Roma e la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Milano), il Comitato Scientifico redasse nel luglio 1995 il primo documento di progetto, che permetteva l’avvio dei lavori.
Attraverso una successiva Convenzione sottoscritta nel 1996 tra il direttore dell’Istituto Centrale per il Restauro, Michele Cordaro, e l'Associazione Giovanni Secco Suardo, i due enti firmatari, affiancati dalla Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Milano, Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Pavia, Sondrio, Varese e dalla Scuola di Specializzazione in Storia dell'Arte Medioevale e Moderna dell'Università "La Sapienza" di Roma, si sono resi “promotori di un progetto avente come scopo la creazione di un Archivio Storico Nazionale e Banca Dati dei Restauratori Italiani”.
Con l’adesione ed il sostegno della Direzione Generale alle Culture, Identità e Autonomie della Regione Lombardia e di altri organismi ed istituzioni, il progetto ha cominciato effettivamente a prendere corpo con precise finalità e strutture organizzative. Fondamentale è stato poi, negli anni successivi, il contributo di gruppi di ricerca di diverse Università italiane, cofinanziate dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
La storia professionale specifica di un restauratore attraversa spesso tutte le dimensioni istituzionali, individuate a volte come ente di committenza, di controllo, proprietario ecc., attraversa spesso anche la storia di importanti collezioni, di monumenti, frutto dell'interazione tra la produzione artistica e la committenza sul territorio e pertanto costituisce una particolare prospettiva di lettura della storia del nostro paese. Raramente le storie dei restauratori così come le vicende storiche delle opere sono legate ad un solo luogo. L’intreccio di questi percorsi ha lasciato documenti, studi e tracce, nelle forme e nei luoghi più diversi, da ritrovare, incrociare ed interpretare. La salvaguardia della documentazione relativa all’attività dei restauratori è una esigenza assoluta non solo per acquisire conoscenza e consapevolezza della storia conservativa del patrimonio culturale ma in quanto ricchezza culturale specifica e significativa del nostro paese: è l’attività specifica di coloro che hanno fatto davvero la storia del restauro moderno perlomeno dall’inizio del ‘700 a oggi.
Fino ad oggi ASRI ha rappresentato un modello per la ricerca storica applicata alla conservazione e dialogante con le *digital humanities*, un’esperienza di lavoro corale e coordinato - tra l’Associazione Giovanni Secco Suardo, le istituzioni territoriali, l’Istituto Centrale del Restauro (ora ISCR) e quindici atenei universitari – che ha ricevuto attenzione anche dalla Comunità Europea la quale ne ha finanziato l’estensione ad altri paesi (1). ASRI ha stimolato e avviato nuovi progetti su tematiche e problematiche collegate alla storia del restauro (2). Ugualmente strategica è apparsa la necessità di poter diffondere una conoscenza della storia del restauro e dei restauratori ad un più vasto pubblico, anche di non addetti ai lavori (3).
Il progetto ha una sua collana editoriale, Quaderni dell’Archivio Storico Nazionale e Banca Dati dei Restauratori Italiani, giunta alla sesta pubblicazione che raccoglie gli esiti di alcune delle più interessanti ricerche. Un riconoscimento dell’importanza culturale di ASRI è venuto negli ultimi mesi, dalle firme di studiosi e addetti ai lavori, pronunciatisi a sostegno del proseguimento del progetto, e dal recente Premio Ranuccio Bianchi Bandinelli “La tutela come impegno civile” (4).
Obiettivi, attività e risultati
Le esigenze a cui vuole rispondere il progetto sono:
L’obiettivo del progetto è quello di aumentare le conoscenze sulla storia del restauro, attraverso due aree di attività:
Quadro istituzionale e quadro organizzativo
Il progetto ASRI è caratterizzato da un articolato sistema organizzativo del quale negli anni è stata dimostrata l’efficienza e che assicura un costante e completo controllo sul piano metodologico e scientifico e del quale si riportano a seguito le principali strutture e le relative caratteristiche
Gli enti promotori
L’ente realizzatore e conservatore
Gli enti sostenitori, partecipanti e aderenti
In questi anni gli enti che hanno sostenuto ASRI sono stati:
con il patrocinio della Consulta Universitaria Nazionale per la Storia dell’Arte - CUNSTA
e con la promozione e sostegno scientifico dell’Associazione SISCA (Società Italiana di Storia della Critica d’Arte)
gli enti che hanno partecipato:
con la collaborazione, tra gli altri, di:
Quadro operativo
Il Comitato Scientifico
Fin dalla prima riunione la sua funzione e il suo impegno sono stati non solo di generale indirizzo del progetto, ma di definizione dei numerosi problemi presentati in relazione agli obiettivi prioritari, ai percorsi di lavoro e alle metodologie più corrette. Le diverse professionalità e competenze dei suoi membri hanno permesso di rispettare la fondamentale natura interdisciplinare del progetto.
Menzione speciale al prof. Giuseppe Basile (1942-2013), al prof. Maurizio Marabelli (1934-2017) dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro e a Gianluigi Colalucci che fin dall’inizio hanno fatto parte del Comitato Scientifico di ASRI sostenendo e promuovendo con passione il progetto.
Coordinamento e gestione del progetto
Il Coordinamento generale e la gestione del progetto compete all’Associazione Giovanni Secco Suardo, che ha la responsabilità della direzione e della realizzazione del progetto, e che deve per ciò garantire:
L’Associazione Giovanni Secco Suardo (in questo caso in qualità di Ente Conservatore) garantisce inoltre la conservazione e la valorizzazione degli archivi e dei documenti raccolti all’interno dell’Archivio Storico Nazionale dei Restauratori Italiani, presso la sua sede, con il preciso compito di individuare le soluzioni logistiche e organizzative più idonee per la corretta conservazione e la fruizione dei materiali. L’Associazione assicura attività di consultazione attraverso l’assistenza di personale qualificato, e garantisce la riservatezza, ove prevista
Comitato di redazione
Come previsto dal Comitato Scientifico è stato istituito un Comitato di Redazione con i seguenti compiti:
Il Comitato di Redazione è in rapporto con il Comitato Scientifico, a cui presenta i lavori ultimati per la validazione e può avvalersi, a seconda delle necessità e delle fasi di lavoro, della collaborazione e consulenza di esperti in settori specifici.
Gruppi di lavoro archivistico – gruppi di ricerca e schedatura
Gruppi di lavoro archivistico
Composti da personale qualificato (archivisti, con conoscenze storico-artistiche), svolgono attività di riordino e inventariazione informatizzata dei fondi documentari che progressivamente vengono acquisiti e quindi conservati nell’Archivio Storico Nazionale dei Restauratori Italiani. Svolgono anche indagini e censimenti di documentazione archivistica relativa a restauratori ed interventi di restauro, conservata presso gli archivi di enti o istituti pubblici e privati. Tali gruppi possono essere formati da elementi provenienti dall’ambiente accademico, da vari organi del ministero, dalle amministrazioni locali, così come da singoli professionisti e ricercatori. Ogni Gruppo di Lavoro Archivistico è in genere costituito da un Coordinatore, che svolge un’attività di regia e di supervisione del gruppo e che cura i rapporti con i responsabili scientifici dei moduli, e da più Ricercatori/operatori, che svolgono attività di ricerca, di raccolta dati e di schedatura, avvalendosi delle metodologie, degli strumenti e dell'assistenza messi a punto e forniti dal progetto.
Gruppi di Ricerca e Schedatura RES.I
Composti da personale qualificato, svolgono attività di ricerca, raccolta dati e schedatura informatizzata RES.I sulla storia dei restauratori e dei loro interventi di restauro. Possono far parte di questi gruppi studiosi e ricercatori appartenenti all’ambiente accademico, a vari organi del ministero, alle amministrazioni locali nonché singoli ricercatori o professionisti. Al fine di estendere maggiormente le ricerche sull’intero territorio nazionale negli ultimi anni si è attivata anche una rete di poli di ricerca universitari che operano in collaborazione con enti di conservazione locali. Ogni Gruppo di Ricerca è costituito da più Ricercatori/schedatori, che svolgono una attività di ricerca, raccolta dati e schedatura. Essi si avvalgono del coordinamento, delle metodologie, degli strumenti e dell'assistenza messi a punto e forniti dal progetto.
Struttura e attività del progetto
La struttura del progetto prevede due aree di attività, ognuna delle quali con obiettivi ed azioni specifiche. I risultati delle due aree sono in parte già pubblicati e consultabili su web al fine di promuovere una attività di ricerca sempre più ampia e integrata, attraverso i dati e le informazioni raccolte. Le due aree di attività sono:
L’area ARCHIVI PRIVATI DEI RESTAURATORI ITALIANI comprende le seguenti attività:
Una finalità e attività del progetto è l’identificazione, acquisizione, inventariazione e conservazione di archivi privati dei restauratori italiani e successiva consultazione e ricerca.
L’Associazione Giovanni Secco Suardo coordina le attività di acquisizione(5) ed inventariazione degli archivi privati di restauratori, nonché dei materiali archivistici (acquisiti in copia) posseduti da enti pubblici o privati. Dopo un censimento del fondo si avvia l’inventariazione attraverso un’analisi accurata della documentazione e del soggetto produttore, viene individuata o ricostituita la struttura del fondo e vengono descritte le unità archivistiche. All’interno di queste sono individuate e schedate le unità documentarie. Sono applicate le regole della descrizione multilivellare previste dagli standard ISAD. La metodologia adottata ha consentito, per uno stesso fondo, classificazioni e riordini anche virtuali e di diverso tipo e livello. Ogni fondo è stato descritto almeno in due differenti modalità: una rispecchiante lo stato del fondo al versamento con inventario sommario, e l’altra prodotta dopo il riordino con inventario analitico. Recentemente si sta provvedendo ad un progressivo riversamento degli inventari dei vari fondi sulla versione server dell’applicazione open source Archimista, realizzata da Regione Lombardia, Regione Piemonte e Direzione Generale per gli Archivi, per il censimento, riordino e inventariazione di archivi storici.
Ogni archivio acquisito, dopo essere stato inventariato, viene conservato presso la sede dell’Associazione Giovanni Secco Suardo e reso accessibile alla consultazione. Costantemente l’Associazione Giovanni Secco Suardo fornisce assistenza alle numerose richieste d’informazioni e consultazioni da parte di restauratori, funzionari pubblici, studiosi, studenti universitari.
Naturalmente il concetto di fonti, intese puramente nella loro fisicità archivistica, si è molto evoluto e, là dove è possibile, una registrazione audio o video di una testimonianza attendibile può divenire, se correttamente strutturata, una preziosa “fonte”, un “documento” a tutti gli effetti. Negli anni il progetto ASRI hanno raccolto importanti informazioni attraverso la realizzazione di una serie di interviste a restauratori(6), a storici d’arte(7) e a figure collegate(8).
L’area RICERCA SULLA STORIA DEL RESTAURO E BANCA DATI RE.SI
L'area RICERCA SULLA STORIA DEL RESTAURO E BANCA DATI RE.SI prevede indagini su fonti bibliografiche e archivistiche (utilizzando anche i risultati dell’area ARCHIVI PRIVATI DEI RESTAURATORI ITALIANI) finalizzate alla ricostruzione dei profili biografici di restauratori italiani e dei loro interventi di restauro, attraverso una base dati relazionale e multimediale appositamente ideata, che gestisce anche le informazioni relative alle opere e alle fonti utilizzate(9).
La banca dati RE.SI (REStauratori italiani)
La banca dati RE.SI è lo strumento strategico per raggiungere realmente alcuni degli obiettivi del progetto ASRI. La “schedatura”, ossia l’inserimento “critico” all’interno di una banca dati dei risultati delle proprie ricerche e, soprattutto, la ricerca e la consultazione hanno finalmente permesso una reale condivisione a livello nazionale delle informazioni, delle interpretazioni, delle fonti più diverse, in una prospettiva realmente entusiasmante di moltiplicazione dei saperi. Essa rappresenta un evoluto strumento di ricerca sulla storia del restauro in Italia: nutrito “contenitore” di informazioni critiche sui restauratori italiani e suoi loro interventi. Si tratta di una banca dati relazionale e multimediale appositamente ideata, che gestisce anche le informazioni relative alle opere e alle fonti utilizzate. La gestione delle informazioni tramite RE.SI, senza limitare modalità e percorsi di studio anche molto diversi, permette di condividere e integrare i dati e i risultati delle ricerche a livello nazionale, e consente un più efficace accesso alle informazioni schedate, suggerendo collegamenti e indagini trasversali, altrimenti impensabili, permettendo di ricostruire e mettere in relazione, le complesse vicende professionali dei restauratori, dei loro interventi, nonché della storia conservativa delle opere d’arte. Il patrimonio informativo della Banca Dati RE.SI si rivela assai ingente, estremamente prezioso, non solo sul piano scientifico a sostegno della ricerca storica, ma sul piano della operatività corrente dei restauratori e degli organismi centrali e decentrati del MiBACT, in quanto fonte indispensabile per la progettazione dei nuovi interventi di restauro.
Dal 2022 il nuovo applicativo web della Banca Dati RES.I è online, dopo che le oltre 20.000 schede riguardanti Restauratore, Intervento, Opera, Documento, Altri profili, Artisti, Enti/aziende sono state sottoposte a bonifica formale nel rispetto delle norme di compilazione.
Contestualmente, l’applicativo web è stato completamente ricostruito, utilizzando una modernissima architettura applicativa, denominata JAMStack, che consente di ottenere eccellenti prestazioni di esplorazione e ricerca dei contenuti, mantenendo, al contempo, una netta separazione con il corrispondente ambiente editoriale (i.e. CMS) dedicato agli schedatori. Una delle principali caratteristiche della nuova applicazione web è l’esposizione pubblica delle API JSON/REST che consentono di interrogare programmaticamente l’intera base dati. Tutte le API JSON/REST sono documentate online via swagger, agevolando significativamente l’integrabilità dei contenuti da qualsiasi applicazione esterna. Questa caratteristica è stata progettata sin dall’inizio con l’intenzione di rendere i contenuti della Banca Dati facilmente integrabili con il Catalogo Generale dei Beni Culturali. La nuova applicazione web offre due modalità ortogonali di consultazione dei contenuti definite rispettivamente esplorazione e ricerca. L’esplorazione, orientata principalmente agli studiosi, utilizza una rappresentazione tabellare dei contenuti, ordinabili e filtrabili per colonna, per poi mostrare i dettagli delle singole schede. La ricerca, orientata a un pubblico più ampio, utilizza invece il servizio full text search di Algolia, opportunamente alimentato con i contenuti dei campi più rilevanti delle schede. Gli aspetti di gestione degli accessi, validazione e pubblicazione dei dati, coordinamento e formazione dei ricercatori vengono gestiti dall’Associazione Giovanni Secco Suardo, con il supporto tecnologico della software house SINAPSI per i necessari aggiornamenti e sviluppi informatici.La base dati RES.I è organizzata attraverso cinque schede principali: Restauratore, Intervento, Opera, Documento, Altri profili, a cui recentemente sono state aggiunte le schede di supporto relative agli Artisti e ad Enti ed aziende al solo scopo di uniformare le nomenclature e avere una gestione normalizzata dei dati, non escludendo possibili future relazioni con informazioni e altri database specializzati, già presenti in rete. La scheda Documento, utilizzata per la raccolta di tutte le fonti edite ed inedite, è in grado di gestire in allegato files multimediali comprendenti testi, immagini, registrazioni sonore e filmati. Particolare cura è dedicata al controllo della terminologia, anche in previsione dell’interfacciamento con i thesauri di settore, in corso di realizzazione.
La Scheda RESTAURATORE raccoglie i dati e le notizie biografiche, l'elenco degli interventi attuati e documentati, la citazione abbreviata di tutte le fonti utilizzate per la compilazione della scheda. È composta da una parte anagrafica con dati formalizzati inerenti anche alcuni aspetti dell’attività (topografia, cronologia, aree di specializzazione), una parte a testo libero destinata alla narrazione della vicenda biografica ed una parte di fonti citate secondo criteri normalizzati. La scheda Restauratore è così strutturata:
La Scheda INTERVENTO cataloga i vari interventi di restauro attuati e documentati e ne precisa le varie operazioni, con una descrizione delle procedure. Per la compilazione di questa scheda si fa riferimento, quando possibile, in primo luogo ad ogni singola relazione di restauro consultata o qualsiasi altro documento archivistico di questa natura, da dove si possono trarre informazioni di tipo tecnico-descrittivo. Tali dati vengono poi integrati da informazioni ricavate da fonti bibliografiche. La scheda Intervento è così strutturata:
La Scheda ALTRI PROFILI è dedicata ad altre importanti figure che intervengono nell’intervento di restauro (soprintendenti, storici dell’arte, tecnici del restauro, ecc.) raccoglie i dati e le notizie biografiche, l'elenco degli interventi documentati e la citazione abbreviata di tutte le fonti utilizzate per la compilazione della scheda. È composta da una parte anagrafica con dati formalizzati inerenti anche alcuni aspetti dell’attività (topografia, cronologia, aree di specializzazione...), una parte a testo libero destinata alla narrazione della vicenda biografica ed una parte di fonti citate secondo criteri normalizzati. La scheda Altre figure è così strutturata:
La scheda OPERA accoglie gli elementi essenziali necessari per l’individuazione dell’opera e l’elenco degli interventi di restauro realizzati. Poiché l’obiettivo del progetto non è quello della realizzazione un catalogo storico-critico delle opere, bensì di una base di dati a sostegno della storia del restauro, le schede Opera hanno un valore ausiliario, solo come strumento di riferimento per le schede Intervento. La scheda Opera è così strutturata:
La Scheda DOCUMENTO accoglie la registrazione estesa di tutte le fonti non solo testuali ma anche relative a documenti multimediali (immagini, filmati, registrazioni sonore, …) citate nelle schede Restauratore e nelle schede Intervento. La scheda Documento è così strutturata:
Stato dell'arte e dei risultati
ARCHIVI PRIVATI DEI RESTAURATORI ITALIANI
Il lavoro di acquisizione /conservazione / inventariazione / fruizione è stato effettuato, fino ad oggi, sugli archivi di:
E’stato inoltre svolto un lavoro di ordinamento e schedatura dell’archivio privato del restauratore Gianluigi Colalucci (Roma 1929-2021)
RICERCA SULLA STORIA DEL RESTAURO E BANCA DATI RES.I
Per quanto concerne il modulo RES.I il lavoro finora realizzato ha prodotto ad oggi numerose schede attraverso le seguenti campagne di ricerca:
PRESENTAZIONI PUBBLICHE
PUBBLICAZIONI
ALCUNI COMMENTI A SOSTEGNO DI ASRI…
Una iniziativa fondamentale. (Carlo Giantomassi, restauratore)
Concordo pienamente con il vostro obiettivo. Tutto il mio sostegno al prezioso irrinunciabile lavoro svolto dall’ASRI. (Antonio Paolucci, storico d’arte, direttore Musei Vaticani, Roma)
L’Associazione Secco Suardo da tanti anni svolge un lavoro molto prezioso per la ricerca sulla storia del restauro – un’istituzione importante con un profilo davvero unico. Noi in Germania saremmo ben contenti di avere un partner simile per le nostre ricerche, purtroppo non lo abbiamo! (Ursula Schadler – Saub, storico d’arte, Hochschule fur Angewandte Wissenschaft und Kunst, Hildesheim)
Ringrazio l’Associazione Giovanni Secco Suardo per avere accolto, catalogato e reso pubblico il materiale documentale della mia attività di restauratore svolta ininterrottamente dal 1950 all’anno 1998, consentendo a studiosi e ricercatori del restauro di approfondire gli studi sul patrimonio artistico – in particolare della decorazione ad affresco- di Bergamo e degli altri luoghi dove ho operato. Auspico che questo appello venga accolto e che l’attività dell’Archivio possa continuare nel tempo. (Andrea Mandelli, conservatore-restauratore, Bergamo)
La memoria dei restauratori va salvaguardata per la costruzione della storia di questa professione, nonché per una idonea salvaguardia delle opere d’arte. Suggerisco che la si proponga per l’iscrizione nella lista UNESCO “Memoria del Mondo” (Cristina Acidini, storico d’arte, Accademia delle Arti del Disegno, Firenze)
Absolutely a must to keep these extreme valuable archives and records, for Italy and for the history of research and preservation of World Heritage culture! (Alberto de Tagle, conservation scientist, Research and Conservation, University of Pennsylvania)
L’archivio storico dei restauratori è di una fondamentale importanza, racconta a tutti noi secoli di storia dell’arte, di competenze, la vita dei materiali, degli artisti, degli uomini e delle donne che si sono dedicati a farci giungere tante meraviglie… (Arturo Parolini, antropologo, Ricerca e Cooperazione, Roma)
Ho avuto modo di collaborare con l’Associazione Giovanni Secco Suardo e di conseguire grazie a essa importanti risultati quando ero direttore dell’Ufficio Musei e Monumenti della città di Mantova. La qualificata e preziosa attività dell’Associazione è motivo di vanto per l’intero Paese e merita il giusto sostegno da parte dello Stato. Il ministro Franceschini saprà cogliere l’opportunità, per il dicastero che amministra e per sé, di contribuire al proseguimento dell’attività dell’Associazione e all’incremento dell’ASRI. (Ugo Bazzotti, storico d’arte, Università Cattolica di Milano, già direttore di Palazzo Te, Mantova)
It is of the utmost international importance to save this archive, as it constitutes important data about individual works of art, restorers, and the national heritage of Italy. (Jaynie Anderson, storico d’arte, University of Melbourne, Melbourne)
Assolutamente inaccettabile l’idea di interrompere un lavoro di così grande interesse e utilità per la corretta conservazione del patrimonio. (Angela Cipriani, storico d’arte, Accademia Nazionale di S. Luca, Roma)
Il database degli interventi di restauro costituito dall'Associazione Secco Suardo è di inestimabile valore ed interesse storico e scientifico. È lodevole il fatto che sia proprio un ente giuridico privato ad occuparsi della materia, colmando una lacuna delle istituzioni pubbliche in fatto di consultazione e divulgazione di tali conoscenze. Credo che sia necessario un intervento da parte del MiBACT, oltre che da individui privati interessati alla materia, al fine di garantire il l'aggiornamento tecnologico della piattaforma RES.I., salvaguardare le preziose informazioni raccolte e favorirne la divulgazione. (Camilla Perondi, conservation scientist)
L’Italia è famosa in tutto il mondo per la qualità del restauro. L’archivio è dunque un patrimonio di Interesse anche internazionale. (Elisabeth Kieven, storico d’arte, Direttore Emerito Biblioteca Hertziana, Roma)
E’ fondamentale per tutti i professionisti e specialisti tanto nazionali come internazionali che l’archivio su menzionato continui con l’importante lavoro che fino a oggi ha svolto, pietra fondamentale della conoscenza e non sarebbe accettabile che l’Italia, paese dove è nato il concetto di restauro e conservazione sia il paese che fa sparire una istituzione tanto importante. Non è così che si risparmia. Che i politici, prima di prendere decisioni, si informino con i tecnici che lavorano nel campo (Raniero Baglioni, conservatore-restauratore, Institut Andaluz del Patrimonio Historico, Sevilla)
History of conservation-restoration is an indispensable tool for research and documentation in the whole field of conservation. Italy plays here up to now a leading role for Europe and the worldwide professional community which must continue. History of restoration is an indispensable tool for understanding of all prior made interventions on our cultural heritage, above all in Italy, one of the outstanding birthplaces of the profession. (Manfred Koller, storico d’arte e conservatore-restauratore, Academy of Fine Arts, Wien)
Indispensabile per lo studio della cultura, in senso ampio e profondo. (Rosalia Varoli Piazza, storico d’arte, Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, Roma)
Apoyo incondicionalmente esta iniziativa, por la importancia que tiene la conservación y mantenimento de un archivo de restauradores italianos. En Espana también Tenemos varios proyectos nacionales concedidos para este mismo fin. (Pilar Roig Picazo, storico d’arte, Departamento de Conservaciòn y Restauraciòn de Bienes Culturales, Universidad Politecnica de Valencia, Valencia)
Restaurer le patrimoine afin de lui faire traverser les siècles pour la connaissance et la mémoire des générations futures est un devoir universel du citoyen et des politiques. Cela commence par la formation au métier de restaurateur, discipline dans laquelle l’Italie a longtemps été le moteur et le modèle. Remettre cela en question est un acte trop grave pour le futur. (Christiane Naffah Bayle, conservatore-restauratore, conservateur général du patrimoine, Ministère de la Culture et de la Communication, Paris)
Without sound knowledge about the past interventions, one can not apply a proper treatment in a present conservation campaign. The more we know about the past, the best result we can reach at present. (Istvan Bona, conservatore-restauratore, University of Fine Arts, Department of Restoration, Budapest)
Archives are essential for our knowledge about the material history of an artefact and that is crucial for the decision making process for future conservation practice. (Anne van Grevenstein-Kruse, conservatore-restauratore, University of Amsterdam, Amsterdam)
E’ un’importante istituzione, che nel corso degli anni ha raccolto materiali molto significativi per comprendere il ruolo che restauratori, istituzioni hanno adottato per la conservazione del patrimonio artistico italiano nel XX secolo. (Regina Poso, storico d’arte, Università del Salento, Lecce)
Considero il progetto ASRI molto prezioso per le sue implicazioni “strategiche” nell’orizzonte della valorizzazione dell’eredità culturale del nostro paese. Conosco l’impegno – per certi aspetti “eroico” – con il quale l’Associazione Giovanni Secco Suardo ha condotto negli anni il progetto. Mi auguro di cuore che il progetto prosegua la sua opera. (Francesco Bianchi, architetto, Bergamo)
Il passato resta sempre con noi ci accompagna e noi riusciamo a crescere se conosciamo questo passato fatto di tanti elementi che ci compongono e che non possiamo perdere. Vitale per tutti noi è quindi sostenere il progetto per l’archivio storico dei restauri. (Lidia Laura Risotto, conservatore-restauratore, storico d’arte, Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, Roma)
La cultura del restauro (con la sua scuola, le capacità tecniche dei nostri restauratori, il patrimonio archivistico sul tema) è una delle eccellenze italiane che il mondo ci invidia e che dobbiamo difendere e anzi promuovere sempre più (non meno della moda e dell’agroalimentare…). (Juanita Schiavini, archivista, Università degli Studi di Bergamo, Bergamo)
Urgently we need to support one of most valuable source of knowledge in the care of cultural heritage. (Iwona Szmelter, storico d’arte, Academy of fine Arts in Warsaw, Varsavia)
La conoscenza è la premessa indispensabile per la conservazione. (Angela Cerasuolo, storico d’arte, Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Napoli)
Loss of this important resource would impair the quality and development of cultural heritage conservation practice in Italy. In a country where the vast cultural heritage is the principal attraction for tourism, foreign and domestic, where fabulous history is told in its monuments and art that survive as a vital part of modem life and culture, it is unthinkable that a trivial, short-term monetary saving could put at risk the quality of preservation of such heritage. This should not happen. (Sharon Cather, storico d’arte, conservatore-restauratore, Conservation Studies at The Courtauld University of London, Londra)
I know directly the professionalism and seriousness of the work done by the people who are concerned with the project. (Marco Maderna, architetto, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Vicenza)
Il patrimonio culturale italiano è il nostro meraviglioso arco a volta sotto il quale tutto si tiene, oggi, e nel futuro. Chi in Italia opera con tenacia per custodire il segreto della chiave di volta della nostra cultura merita la massima attenzione da parte delle nostre Istituzioni. La Fondazione Secco Suardo è tra queste ed ha tutta la nostra ammirazione. (Tommaso Mottola, regista, Roma)
Per proseguire una consapevole conservazione di un bene artistico è fondamentale conoscere la storia dei restauri pregressi. (Anna Lucchini, conservatore-restauratore, Milano)
Considero indispensabile sostenere l’ASRI per il sostegno e la diffusione degli archivi dei restauratori. (Donatella Zari, conservatore-restauratore, Roma)
Le informazioni che può dare l’Archivio Storico dei Restauratori sono importantissime per chi vuole operare con professionalità e per chi crede che il restauro sia una occasione unica di conoscenza materiale, storica ed artistica. (Egidio Arlango, conservatore-restauratore, Vicenza)
L’Associazione è realmente importante per la storia del restauro e per mantenere viva la memoria dell’attività dei restauratori. Deve perciò poter proseguire la sua azione nel campo dell’arte con tranquillità e sicurezza. (Lydia Salviucci Insolera, storico d’arte, Pontificia Università Gregoriana, Roma)
Importante per la conservazione delle esperienze e delle competenze italiane apprezzate in tutto il mondo e in via di dispersione. (Giuliana Tocco, archeologo, già Soprintendente Archeologia di Salerno – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Napoli)
Il database degli interventi di restauro costituito dall’Associazione Secco Suardo è di inestimabile valore ed interesse storico e scientifico. E’ lodevole il fatto che sia proprio un ente giuridico privato ad occuparsi della materia, colmando una lacuna delle istituzioni pubbliche in fatto di consultazione e divulgazione di tali conoscenze. Credo che sia necessario un intervento da parte del MiBACT, oltre che da individui privati interessati alla materia, al fine di garantire il l’aggiornamento tecnologico della piattaforma, salvaguardare le preziose informazioni raccolte e favorirne la divulgazione. (Camilla Peroni, conservation scientist, Mantova)
Le radici della conoscenza nutrono la cultura e il pensiero che fa scaturire nuovi progetti. Bisogna prendersi cura delle radici come fanno i restauratori, gli archivisti e chi cerca di insegnare alle nuove generazioni la consapevolezza del valore dei beni culturali. Chi fa questo ama il nostro patrimonio, bene non solo italiano, ma dell'umanità. (Pia Maria Antonimi, storico d’arte, Milano)
Il patrimonio artistico e culturale italiano è una grande ricchezza e una risorsa molto importante del nostro Paese. Pertanto ritengo che la salvaguardia dell’Archivio Storico del Restauro sia molto importante e degna della massima attenzione. (Maria Grazia Paris, storico d’arte, Milano)
Il lavoro del restauratore è molto importante: va aiutato e protetto, come le scuole di restauro e la documentazione necessaria per la conoscenza. Anzi se potessi promuoverei anche nel nostro paese l’istituzione della figura dell’artigiano eccellente, un “tesoro nazionale” da sostenere come in Giappone. (Beba Restelli, educatrice, Milano)
Non consentiamo ad importanti strutture operanti nel campo della tutela e trasmissione dei saperi di cessare la loro attività. (Lucia Giorgi, storico d’arte, Caserta)
Siamo pienamente consapevoli della fondamentale importanza dell'ARCHIVIO. Nel nostro sito web (www.coobec.it) sono documentati oltre 4.000 interventi di manutenzione e restauro condotti nei 40 anni di attività iniziata a seguito di una rigorosa formazione (I.C.R. diretto da Giovanni Urbani), a partire dalla collaborazione al "Piano Pilota per la Conservazione Programmata dei Beni Culturali in Umbria". Senza memoria non può esserci consapevolezza. (Rolando Ramaccini, conservatore-restauratore, Spoleto)
Abbiamo e stiamo perdendo già troppe, assolutamente troppe professionalità non rimpiazzabili o sostituibili con decreti, manovre o decisioni di alcun tipo e livello. E’ la nostra memoria e capacità storicamente articolata che sta perdendosi, sia per noi stessi che per gli altri, i giovani soprattutto. (Guido Fè d’Ostiani, studente, Roma)
I am a PhD student from South Korea. Such archive is fundamental for the history of art and conservation of antiquity and artworks. (Jihye Kim, studente, University of Auckland, Auckland)
E’ importante la documentazione dei restauri effettuati ad un’opera d’arte. Gli operatori possono nel tempo eseguire interventi mirati per conservarla, rispettando la personalità dell’artista e le sue scelte. (Margherita Zanardi, storico d’arte, Bergamo)
Salviamo gli archivi, salviamo la cultura. (Alessandro Marchi, storico d’arte, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, San Leo)
Sono d’accordo nel salvare il lavoro che è stato fatto in tanti anni per la costituzione di questo archivio storico nazionale dei restauratori poiché è di grande utilità. (Luisa Grottanelli, conservatore-restauratore, Roma)
Unvaluable source for knowledge. (Jean-Pierre Rose, storico d’arte, Ancient Museum Curator, Ecole d’Avignon, Saussan)
L’Italia è famosa in tutto il mondo per la qualità del restauro. L’archivio è dunque un patrimonio di interesse anche internazionale. (Elisabeth Kieven, storico d’arte, direttore emerito Biblioteca Hertziana, Roma)
E’ necessario salvare l'ASRI - Archivio Storico Nazionale e Banca Dati dei Restauratori Italiani e le attività connesse (Maria Teresa Lazzarini, storico d’arte, già direttrice Ministero Beni Culturali)
L'intervento richiesto è di assoluta rilevanza nazionale, e molto importante sul piano internazionale. (Plinio Corrado, Managing Director, Euroteam Consultants)
Bisogna salvare l’archivio storico nazionale dei restauratori italiani in quanto per tutti, non solo per gli studiosi, è uno strumento importante di conoscenza, tutela e valorizzazione. Copre vasti ambiti di ricerca ed è uno strumento necessario per la salvaguardia del nostro patrimonio culturale. (Marco Saporiti, studente, Milano)
Gli archivi hanno un’importanza primaria. Senza questi istituti è come se una nazione avesse l’ alzheimer. (Alessandro Ippoliti, architetto, Roma)
Raccolta e divulgazione di dati emersi dai restauri come strumento imprescindibile per la conservazione in un paese che si definisce leader nell’arte del restauro. (Paola Fiore, conservatore-restauratore, Napoli)
Una chiave per le prossime generazioni nascosta dentro questo tesoro! (Goerild Mottola Mauset, Oslo)
In un momento storico in cui è in forte calo la sensibilità per gli oggetti che costituiscono patrimonio storico artistico diffuso sia privato che pubblico. La cultura del corretto restauro costituisce un presidio non solo per la conservazione delle cose ma anche della sensibilizzazione della collettività (Mori Ubaldini degli Alberti La Marmora, operatore Culturale, Centro Studi Generazioni e luoghi, Biella)
Si dice sempre che la cultura è il nostro petrolio: è venuto il momento di dimostrarlo (Tiziana Morgese, bibliotecario, Biblioteca Comunale, Ascoli Piceno)
Per non perdere le competenze delle quali l’Italia è stata leader nel mondo in questa materia (Anna Mattirolo, storico d’arte, direttore MAXXI Arte, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Roma)
Fa parte della cultura italiana e deve essere assolutamente salvato! (Stephan Steingraeber, archeologo, Università degli Studi RomaTre, Roma)
SOSTENIAMO!! gli studi sulla storia del restauro in Italia è indispensabili per favorire la qualità degli interventi di conservazione del patrimonio storico e artistico, e per garantirne un'adeguata conoscenza. (Umberto Brogi, conservatore-restauratore, Livorno)
Il Restauro nasce in Italia e la maggior parte delle teorie sono elaborate in Italia. Oltre alla conservazione dell’Archivio auspico una ripresa del dibattito sul restauro e soprattutto una ripresa di Buoni Restauri talvolta limitati da leggi calzate più sui lavori edili che non sul restauro specialistico (Marina Pennini, conservatore-restauratore / storico d’arte, Roma)
Fa parte della cultura italiana e deve essere assolutamente salvato! (Stephan Steingraeber, archeologo, Università degli Studi RomaTre, Roma)
Dobbiamo preservare la nostra memoria e far si che sempre di più si possano destinare importanti contributi dello Stato per dare sostegno alle Istituzioni che rappresentano le vere eccellenze dell'Italia. Non si può sempre parlare di tagli alla Cultura continuando ad ignorare che la vera vocazione dell'Italia è rappresentata dalla tutela del Patrimonio storico, artistico, ambientale, paesaggistico (Anna Paola Salvi, conservatore-restauratore)
ASRI è il patrimonio culturale italiano e dell’umanità. Non c’è futuro senza il patrimonio storico e artistico. (Takao Ono, artista, Morioka, Japan)
I fully endorse the importance of the project stated above, thanking heartedly for the energy employed until now. (Marina Lucia Regni, conservatore-restauratore, Accademia di Belle Arti, Bologna)
The ASRI is the only Institut in Italy which care the memory and the public diffusion of the Restoration’s Theory and History. (Sandro Scarrocchia, architetto, Accademia di Belle Arti di Brera, Milano)
La documentazione storico scientifica del professionista del restauro è indubbiamente necessaria per il suo profilo etico lavorativo, come riconoscimento avvalorante del suo contributo, al ripristino del manufatto mobile ed immobile d’arte. (Paola Roncoletta, conservatore-restauratore, Verona)
Egr. Ministro Dario Franceschini, il progetto ASRI-Archivio Storico nazionale e banca dati dei Restauratori Italiani, che fin dal 1995 ha realizzato specifiche azioni di ricerca e valorizzazione sulla storia del restauro in Italia, oggi rischia di scomparire. Vi prego di sostenere gli studi sulla storia del restauro in Italia, indispensabili per favorire la qualità degli interventi di conservazione del patrimonio storico e artistico, e per garantirne un’adeguata conoscenza. (Scott Haskins, conservatore-restauratore, Fine Art Conservation Laboratories, Santa Barbara USA)
Sostenere il progetto ASRI e con esso l'Associazione Giovanni Secco Suardo porterà non solo alla salvaguardia della storia conservativa dei beni culturali, ma consentirà una continua ricerca sull'evoluzione delle pratiche di restauro grazie alla raccolta, studio e conservazione di archivi privati di restauratori. Appoggiare il progetto include inoltre un concreto aiuto alle diverse professionalità nella ricerca e informazioni supportandone l'accessibilità. (Ambra Vitali, conservatore-restauratore, Bergamo)
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